Documenti numismatici e glittici come fonti iconografiche per la conoscenza dell’architettura antica nelle Anmerkungen über die Baukunst der Alten di J.J. Winckelmann.

Abstract: Il saggio ha sistematicamente individuato, classificato ed analizzato tutti gli apporti conoscitivi desunti dalla numismatica e dalla glittica di cui Winckelmann si è avvalso nelle Anmerkungen über die Baukunst der Alten, opera della quale chi scrive sta apprestando una nuova traduzione italiana annotata e corredata di un atlante iconografico. I risultati acquisiti si compongono con quanto pubblicato in altri precedenti contributi (i più recenti: F. TESTA, Cultura architettonica e pratiche erudite nei quaderni parigini di Winckelmann, 2009; F. TESTA, Le fonti iconografiche per la conoscenza dell’architettura antica nelle Anmerkungen über die Baukunst der Alten di J. J. Winckelmann, 2009) ad arricchire il quadro di una ricerca ricerca volta a comprendere le strategie di compositione del testo winckelmanniano nell’utilizzo contestuale di fonti iconografiche e letterarie per la conoscenza dell’architettura antica. Per tale via si va approfondendo l’investigazione delle strategie concettuali e di elaborazione dei dati proprie di un testo della letteratura architettonica settecentesca che, per il suo carattere e per la sua collocazione nella produzione winckelmanniana, risulta fondamentale per analizzare il crinale epistemologico tra la tradizione erudita e la innovativa sistematizzazione storica fondata sulla temporalità come categoria ermeneutica principe. Di particolare rilievo per quanto riguarda la ricostruzione del corpus delle fonti glittiche risulta l’individuazione di tutti i pezzi pertinenti la ex collezione von Stosch citati da Winckelmann - che nel 1758 ne aveva curato il catalogo prima della vendita - conservati oggi nella Antikensammlung dei Staatliche Museen di Berlino, e qui riprodotti in foto a corredo del testo. Nota relativa alla pubblicazione: Il saggio viene pubblicato nel prestigioso contesto della monumentale Festschrift in onore di Gianni Carlo Sciolla, in una collocazione editorale tale da garantire ad esso un’eccellente ricezione all’interno della comunità scientifica italiana ed internazionale.