“Romantico” è una categoria che non ha valore puramente teoretico: si tratta di un pilastro non solo della cultura, ma della stessa civiltà occidentale. Romantica è in realtà l’intera soggettività moderna, dall’espressione poetica fino alla costruzione architettonica: è l’altra faccia dell’Illuminismo, una figura bifronte che ha mostrato per la prima volta questa sua duplicità sul finire del diciottesimo secolo, nell’arco di pochi decenni. Il giardino, spazio dove nel corso del tempo ha preso forma la relazione più profonda tra uomo e natura, è il luogo dove la mentalità romantica può rivelare tutti i suoi segreti: la soggettività romantica non vuole copiare la natura ma ritrovare se stessa nell’esterno, rendere spirito anche l’inorganico, intravedere nel paesaggio quell’antico cielo e quell’antica terra che il romantico vuole far rifiorire nel futuro, come nei visionari dipinti di Karl Friedrich Schinkel. Romantica è una soggettività potente, che non ha timore di opprimere la natura perché sa di esserle identica, e che ritrova le ragioni di una metamorfosi architettonica della natura stessa in un impulso artistico e individuale nel senso più profondo e autentico. La padronanza delle categorie che governano l’interpretazione della cultura è un obbligo imprescindibile per una storia delle idee che non voglia ridurre le idee stesse a un immenso catalogo privo di forma: esemplare in tal senso la monografia di Massimo Venturi Ferriolo, “Giardino e paesaggio dei Romantici” (1998), che traccia questo basilare profilo della cultura occidentale, europea, tedesca e italiana fino alla conclusiva, leggendaria immagine di Goethe a Palermo, che sogna l’orto di Alcinoo nel primo giardino pubblico d’Europa.

Giardino e paesaggio dei Romantici

GIACOMINI, LORENZO
1998-01-01

Abstract

“Romantico” è una categoria che non ha valore puramente teoretico: si tratta di un pilastro non solo della cultura, ma della stessa civiltà occidentale. Romantica è in realtà l’intera soggettività moderna, dall’espressione poetica fino alla costruzione architettonica: è l’altra faccia dell’Illuminismo, una figura bifronte che ha mostrato per la prima volta questa sua duplicità sul finire del diciottesimo secolo, nell’arco di pochi decenni. Il giardino, spazio dove nel corso del tempo ha preso forma la relazione più profonda tra uomo e natura, è il luogo dove la mentalità romantica può rivelare tutti i suoi segreti: la soggettività romantica non vuole copiare la natura ma ritrovare se stessa nell’esterno, rendere spirito anche l’inorganico, intravedere nel paesaggio quell’antico cielo e quell’antica terra che il romantico vuole far rifiorire nel futuro, come nei visionari dipinti di Karl Friedrich Schinkel. Romantica è una soggettività potente, che non ha timore di opprimere la natura perché sa di esserle identica, e che ritrova le ragioni di una metamorfosi architettonica della natura stessa in un impulso artistico e individuale nel senso più profondo e autentico. La padronanza delle categorie che governano l’interpretazione della cultura è un obbligo imprescindibile per una storia delle idee che non voglia ridurre le idee stesse a un immenso catalogo privo di forma: esemplare in tal senso la monografia di Massimo Venturi Ferriolo, “Giardino e paesaggio dei Romantici” (1998), che traccia questo basilare profilo della cultura occidentale, europea, tedesca e italiana fino alla conclusiva, leggendaria immagine di Goethe a Palermo, che sogna l’orto di Alcinoo nel primo giardino pubblico d’Europa.
1998
giardino; paesaggio; natura; architettura; poesia; romantico; illuminismo; soggettività; spirito; moderno; occidente; civiltà; cultura
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