“L'individuo pensante si ritrova sempre più in un immenso orfanotrofio, nel quale gli si dimostra ininterrottamente che egli non ha genitori”. Da questa frase di “Perturbamento” sembra prendere le mosse il torrenziale romanzo di Thomas Bernhard “Estinzione” (Auslöschung, 1986), dove la realtà esistenziale di questo "orfanotrofio" viene scandagliata con la radicalità e l'autenticità di un testamento. “Estinzione” conduce la narrativa di Bernhard alle sue radici metafisiche, porta al concetto una filosofia “allegorica” che raggiunge le istanze ultime senza staccarsi mai dalla vita concreta. Bernhard affronta qui nel modo più esplicito il tema del rapporto tra la scrittura e il suo oggetto: la fonte che alimenta la scrittura, ma che la scrittura si sforza incessantemente di estinguere e superare - è l'origine, che intitola anche il primo volume dell'autobiografia di Bernhard (Die Ursache). Franz-Josef Murau, protagonista di “Estinzione”, è tormentato dall'origine, in tutti i sensi possibili: perseguitato da lettere minatorie che gli rinfacciano il suo disprezzo per l'Austria, ossessionato dall'esistenza stessa della sua famiglia, dei suoi genitori, del suo paese natale, Wolfsegg, che nonostante la distanza conserva uno strapotere demonico sulla sua vita, disgustato dalla pesantezza e macchinosità della sua lingua madre (a cui contrappone la leggerezza e la felicità espressiva dell'italiano), egli concepisce il progetto di liberarsi una volta per tutte dell'oggetto che lo tiene magicamente incatenato. Murau rappresenta in modo del tutto trasparente la megalomane autonomia e spietata libertà che definisce la soggettività moderna nata dall'Illuminismo, nonché il rapporto di questa soggettività con l'eredità del passato, con il nodo della tradizione. Proponendosi di esaurire tale eredità, Murau ne dipende in modo tanto più esclusivo. E la vita stessa, che per conservarsi avrebbe dovuto sganciarsi senza ritorno dalle sue radici, si sostiene ora su un progetto che la pone in necessaria simbiosi con ciò che la minaccia: “lo scrivere è per me una necessità vitale, ed è questo il motivo che mi induce a scrivere, anche se tutto quello che scrivo in fondo non è altro che una menzogna la quale attraverso di me è trascritta come una verità”.

La scrittura come “estinzione” e “complesso dell’origine” in “Ausloeschung” di Thomas Bernhard

GIACOMINI, LORENZO
1989-01-01

Abstract

“L'individuo pensante si ritrova sempre più in un immenso orfanotrofio, nel quale gli si dimostra ininterrottamente che egli non ha genitori”. Da questa frase di “Perturbamento” sembra prendere le mosse il torrenziale romanzo di Thomas Bernhard “Estinzione” (Auslöschung, 1986), dove la realtà esistenziale di questo "orfanotrofio" viene scandagliata con la radicalità e l'autenticità di un testamento. “Estinzione” conduce la narrativa di Bernhard alle sue radici metafisiche, porta al concetto una filosofia “allegorica” che raggiunge le istanze ultime senza staccarsi mai dalla vita concreta. Bernhard affronta qui nel modo più esplicito il tema del rapporto tra la scrittura e il suo oggetto: la fonte che alimenta la scrittura, ma che la scrittura si sforza incessantemente di estinguere e superare - è l'origine, che intitola anche il primo volume dell'autobiografia di Bernhard (Die Ursache). Franz-Josef Murau, protagonista di “Estinzione”, è tormentato dall'origine, in tutti i sensi possibili: perseguitato da lettere minatorie che gli rinfacciano il suo disprezzo per l'Austria, ossessionato dall'esistenza stessa della sua famiglia, dei suoi genitori, del suo paese natale, Wolfsegg, che nonostante la distanza conserva uno strapotere demonico sulla sua vita, disgustato dalla pesantezza e macchinosità della sua lingua madre (a cui contrappone la leggerezza e la felicità espressiva dell'italiano), egli concepisce il progetto di liberarsi una volta per tutte dell'oggetto che lo tiene magicamente incatenato. Murau rappresenta in modo del tutto trasparente la megalomane autonomia e spietata libertà che definisce la soggettività moderna nata dall'Illuminismo, nonché il rapporto di questa soggettività con l'eredità del passato, con il nodo della tradizione. Proponendosi di esaurire tale eredità, Murau ne dipende in modo tanto più esclusivo. E la vita stessa, che per conservarsi avrebbe dovuto sganciarsi senza ritorno dalle sue radici, si sostiene ora su un progetto che la pone in necessaria simbiosi con ciò che la minaccia: “lo scrivere è per me una necessità vitale, ed è questo il motivo che mi induce a scrivere, anche se tutto quello che scrivo in fondo non è altro che una menzogna la quale attraverso di me è trascritta come una verità”.
1989
scrittura; estinzione; origine; eredità; tradizione; moderno; illuminismo; soggettività; autonomia; libertà; simbiosi; mito
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