Il reciproco confronto tra chi studia e chi governa la città è una prassi ancora tutta da costruire. Luogo di ricerca culturalmente autonoma, l’Università elabora contenuti che non possono rinunciare a quel grado di sperimentalità e criticità purtroppo assenti in una pratica professionale troppo spesso inerte o isterilita dall’omologazione alle mode del momento. Il progetto di architettura, quando non si limita a farsi specchio si sé e decorazione del mondo, riflessa in suggestioni espressive solitarie o in spettacolarizzazioni mediatiche ma è forma specifica di interpretazione della realtà, vale in quanto verifica i modi in cui la conoscenza può indirizzare la costruzione dei contesti, sa farsi interprete delle aspirazioni di una comunità di destinatari, pretende di metabolizzare le potenzialità di un luogo e di un tema. Collocati in questa duplice dimensione di autonomia e inerenza al reale, la ricerca e il progetto di architettura si fanno portatori di un’utopia della realtà che schiude ambiti di interazioni feconde con le Amministrazioni, sollecitando strategie di intervento volte ad interpretare unitariamente il corpo degli insediamenti che esse stesse amministrano. Laddove Cesano, ancora oggi, organizza il proprio centro attorno ai palazzi storici afferenti all’intersezione tra l’asse prospettico di Palazzo Borromeo e quello conchiuso di Piazza Arese, consolidando un regime di attività collettive lungo una sequenza serrata di spazi aperti ed edifici storici recuperati ad uso pubblico, il baricentro di Besana, invece, è ancora il vuoto dello spazio antistante la chiesa su cui ruota, a distanza, una costellazione di edifici a vocazione pubblica che attende la propria riorganizzazione in una forma più esplicita di circuito civico-culturale. L’identità di questi centri è dunque affidata alla capacità del presente di riconoscere strutture, selezionare caratteri, farsi ancora costruzione. A fronte di una maggiore definizione dell’impianto urbano centrale di Cesano Maderno, l’assunzione del tema dell’Aula Consiliare, attualmente allestita all’interno di una ex palestra scolastica, corrisponde propositivamente ad uno spazio rappresentativo mancante nella consistente dotazione di luoghi e funzioni collettive centrali. Ipotizzata in testa all’ala sud degli Uffici Comunali e affacciata sul giardino che fu brolo di Benedetto Arese, la Sala Consiliare si candida a definire in forma di padiglione la conclusione di una sequenza urbana, già ricca di architetture e spazi aperti, che individua l’intersezione tra l’impianto tardo barocco incentrato su Palazzo Arese Borromeo (sec.XVII-XVIII) e il profondo invaso di Piazza Arese, impostato prospetticamente sull’Oratorio del Transito annesso a palazzo Arese Jacini (sec.XVII-XIX) che, ancora oggi, definisce il centro di Cesano Maderno. Il tema del teatro-auditorium, che in Besana in Brianza trova riscontro in una reale necessità dell’Amministrazione di promuovere e dare sede stabile al suo Festival Bandistico di rilevanza internazionale, è stata interpretato come duplice occasione per caratterizzare il ruolo territoriale della città e, congiuntamente, definire il centro di riferimento delle sue frazioni, mediante un circuito di attività pubbliche riarticolate dalla presenza del teatro stesso: la chiesa, il mercato, il Municipio, la biblioteca, l’ospedale.

Cesano Maderno-Besana in Brianza. Progetti didattici della Facoltà di Architettura Civile

PEZZETTI, LAURA ANNA
2008-01-01

Abstract

Il reciproco confronto tra chi studia e chi governa la città è una prassi ancora tutta da costruire. Luogo di ricerca culturalmente autonoma, l’Università elabora contenuti che non possono rinunciare a quel grado di sperimentalità e criticità purtroppo assenti in una pratica professionale troppo spesso inerte o isterilita dall’omologazione alle mode del momento. Il progetto di architettura, quando non si limita a farsi specchio si sé e decorazione del mondo, riflessa in suggestioni espressive solitarie o in spettacolarizzazioni mediatiche ma è forma specifica di interpretazione della realtà, vale in quanto verifica i modi in cui la conoscenza può indirizzare la costruzione dei contesti, sa farsi interprete delle aspirazioni di una comunità di destinatari, pretende di metabolizzare le potenzialità di un luogo e di un tema. Collocati in questa duplice dimensione di autonomia e inerenza al reale, la ricerca e il progetto di architettura si fanno portatori di un’utopia della realtà che schiude ambiti di interazioni feconde con le Amministrazioni, sollecitando strategie di intervento volte ad interpretare unitariamente il corpo degli insediamenti che esse stesse amministrano. Laddove Cesano, ancora oggi, organizza il proprio centro attorno ai palazzi storici afferenti all’intersezione tra l’asse prospettico di Palazzo Borromeo e quello conchiuso di Piazza Arese, consolidando un regime di attività collettive lungo una sequenza serrata di spazi aperti ed edifici storici recuperati ad uso pubblico, il baricentro di Besana, invece, è ancora il vuoto dello spazio antistante la chiesa su cui ruota, a distanza, una costellazione di edifici a vocazione pubblica che attende la propria riorganizzazione in una forma più esplicita di circuito civico-culturale. L’identità di questi centri è dunque affidata alla capacità del presente di riconoscere strutture, selezionare caratteri, farsi ancora costruzione. A fronte di una maggiore definizione dell’impianto urbano centrale di Cesano Maderno, l’assunzione del tema dell’Aula Consiliare, attualmente allestita all’interno di una ex palestra scolastica, corrisponde propositivamente ad uno spazio rappresentativo mancante nella consistente dotazione di luoghi e funzioni collettive centrali. Ipotizzata in testa all’ala sud degli Uffici Comunali e affacciata sul giardino che fu brolo di Benedetto Arese, la Sala Consiliare si candida a definire in forma di padiglione la conclusione di una sequenza urbana, già ricca di architetture e spazi aperti, che individua l’intersezione tra l’impianto tardo barocco incentrato su Palazzo Arese Borromeo (sec.XVII-XVIII) e il profondo invaso di Piazza Arese, impostato prospetticamente sull’Oratorio del Transito annesso a palazzo Arese Jacini (sec.XVII-XIX) che, ancora oggi, definisce il centro di Cesano Maderno. Il tema del teatro-auditorium, che in Besana in Brianza trova riscontro in una reale necessità dell’Amministrazione di promuovere e dare sede stabile al suo Festival Bandistico di rilevanza internazionale, è stata interpretato come duplice occasione per caratterizzare il ruolo territoriale della città e, congiuntamente, definire il centro di riferimento delle sue frazioni, mediante un circuito di attività pubbliche riarticolate dalla presenza del teatro stesso: la chiesa, il mercato, il Municipio, la biblioteca, l’ospedale.
2008
Bellavite
9788875110888
progettazione architettonica; Brianza; edificio pubblico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/660104
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