Sin dai tempi più antichi, l'uomo si è accorto della presenza in se di più componenti tutti facenti parte di quella che potremo definire "Mente" in senso lato. Se alcuni popoli, come i Greci, la unificavano in un'esperienza primaria unica ("Psiche"), che l'uomo poteva evolvere con la capacità sacra di "Conoscere Sé Stesso", divenendo un essere consapevole e razionale, altri ne distinguevano diverse componenti, come per esempio gli Egizi, che intravvedevano nella mente un'anima vitale (Ba - strettamente connessa con la presenza di vita), un'anima personale (Ka - strettamente connessa al modo di reagire agli stimoli sociali ed ambientali, assimilabile a quella che oggi potremo definire personalità) e un'anima spirituale (Aker -che collega l'umano al divino, appannaggio di pochi eletti, come sacerdoti e faraoni). In Filosofia ed in Fisica l'"horror vacui" indica una teoria ideata da Aristotele che afferma che la Natura rifugge il Vuoto, e perciò lo riempie costantemente. Se con "horror vacui" si indica, tipicamente, il "terrore del Vuoto" che dalla Natura si manifesta proprio nell'uomo primitivo, costretto a sopravvivere in un "mondo ancora vuoto di senso e di segni", con "horror pleni" (uno dei più recenti tasselli concettuali di produzione dorflesiana), al contrario, si vuole indicare lo sgomento dell'uomo postmoderno derivante dal sovraccarico di segni e di comunicazioni. Horror vacui o horror pleni? In realtà, in ambedue i casi, si tratta di "rumore ancestrale" che, a livello esistenziale, si amplifica proprio in una implicita potenziale generazione di confusione ad ogni ambito superiore. Certo, proprio come concetti stessi, si possono anche usare in campo artistico, letterario, sociale, scientifico, ecc... Ad esempio, in ambito scientifico, essi danno spazio a riflessioni operative, come sempre derivate da immagini\concetto verificate da esperimenti condivisi e ripetibili, per il continuo avanzamento della conoscenza, senza mai dimenticare la componente fondamentale: Il Vivente. Allora, una prospettiva evolutiva sulla Cibernetica degli ultimi ottanta anni puo' costituire una guida intelligente per lo sviluppo di un solido Approccio Clinico Evolutivo, capace di trarre il massimo vantaggio operativo dalla sistemica della complessita', minimizzando il "rumore ancestrale" di fondo. In questo modo si puo' iniziare dalla modellizzazione sistemica e biologica dell'approccio clinico tradizionale, basato sul Modello Pragmatico Elementare, per passare, in modo affidabile, a quello piu' avanzato dell'Osservatore Ergodico, per arrivare, infine, al concetto di "Interazione Egocentrica", in grado di garantire, ad alto livello, l'osservazione predicibile di un esperimento da parte di un Osservatore Creativo. La relazione triangolare tra Materia, Energia ed Informazione porta ad individuare un limite finito alla velocita' con cui i simboli possono essere elaborati dalla Materia ed alla formulazione di un "Principio Evolutivo" in grado di generalizzare il significato della evoluzione in sistemi complessi: infatti mostra come ogni incremento di Informazione debba essere sempre bilanciato da una corrispondente diminuzione delle altre due principali forme in cui è codificata l'Energia. Tale principio si applica bene alle trasformazioni biofisiche che esprimono le caratteristiche della vita, con il risultato di permettere la migliore auto-organizzazione di "sistemi complessi" quali gli Organismi Viventi. L'Osservatore Creativo determina il co-risultato del Sistema e dell'Osservatore stesso potendo far emergere molteplici realtà. Allora le Implicazioni di Consapevolezza del proprio Paradigma Operativo di Riferimento che determina lo Scenario Operativo Associato devono imporre, di conseguenza, i Limiti Condivisibili di Responsabilità delle proprie Azioni.

Horror Vacui vs. Horror Pleni - Pure Spectator vs. Egocentric Interactor

FIORINI, RODOLFO
2011-01-01

Abstract

Sin dai tempi più antichi, l'uomo si è accorto della presenza in se di più componenti tutti facenti parte di quella che potremo definire "Mente" in senso lato. Se alcuni popoli, come i Greci, la unificavano in un'esperienza primaria unica ("Psiche"), che l'uomo poteva evolvere con la capacità sacra di "Conoscere Sé Stesso", divenendo un essere consapevole e razionale, altri ne distinguevano diverse componenti, come per esempio gli Egizi, che intravvedevano nella mente un'anima vitale (Ba - strettamente connessa con la presenza di vita), un'anima personale (Ka - strettamente connessa al modo di reagire agli stimoli sociali ed ambientali, assimilabile a quella che oggi potremo definire personalità) e un'anima spirituale (Aker -che collega l'umano al divino, appannaggio di pochi eletti, come sacerdoti e faraoni). In Filosofia ed in Fisica l'"horror vacui" indica una teoria ideata da Aristotele che afferma che la Natura rifugge il Vuoto, e perciò lo riempie costantemente. Se con "horror vacui" si indica, tipicamente, il "terrore del Vuoto" che dalla Natura si manifesta proprio nell'uomo primitivo, costretto a sopravvivere in un "mondo ancora vuoto di senso e di segni", con "horror pleni" (uno dei più recenti tasselli concettuali di produzione dorflesiana), al contrario, si vuole indicare lo sgomento dell'uomo postmoderno derivante dal sovraccarico di segni e di comunicazioni. Horror vacui o horror pleni? In realtà, in ambedue i casi, si tratta di "rumore ancestrale" che, a livello esistenziale, si amplifica proprio in una implicita potenziale generazione di confusione ad ogni ambito superiore. Certo, proprio come concetti stessi, si possono anche usare in campo artistico, letterario, sociale, scientifico, ecc... Ad esempio, in ambito scientifico, essi danno spazio a riflessioni operative, come sempre derivate da immagini\concetto verificate da esperimenti condivisi e ripetibili, per il continuo avanzamento della conoscenza, senza mai dimenticare la componente fondamentale: Il Vivente. Allora, una prospettiva evolutiva sulla Cibernetica degli ultimi ottanta anni puo' costituire una guida intelligente per lo sviluppo di un solido Approccio Clinico Evolutivo, capace di trarre il massimo vantaggio operativo dalla sistemica della complessita', minimizzando il "rumore ancestrale" di fondo. In questo modo si puo' iniziare dalla modellizzazione sistemica e biologica dell'approccio clinico tradizionale, basato sul Modello Pragmatico Elementare, per passare, in modo affidabile, a quello piu' avanzato dell'Osservatore Ergodico, per arrivare, infine, al concetto di "Interazione Egocentrica", in grado di garantire, ad alto livello, l'osservazione predicibile di un esperimento da parte di un Osservatore Creativo. La relazione triangolare tra Materia, Energia ed Informazione porta ad individuare un limite finito alla velocita' con cui i simboli possono essere elaborati dalla Materia ed alla formulazione di un "Principio Evolutivo" in grado di generalizzare il significato della evoluzione in sistemi complessi: infatti mostra come ogni incremento di Informazione debba essere sempre bilanciato da una corrispondente diminuzione delle altre due principali forme in cui è codificata l'Energia. Tale principio si applica bene alle trasformazioni biofisiche che esprimono le caratteristiche della vita, con il risultato di permettere la migliore auto-organizzazione di "sistemi complessi" quali gli Organismi Viventi. L'Osservatore Creativo determina il co-risultato del Sistema e dell'Osservatore stesso potendo far emergere molteplici realtà. Allora le Implicazioni di Consapevolezza del proprio Paradigma Operativo di Riferimento che determina lo Scenario Operativo Associato devono imporre, di conseguenza, i Limiti Condivisibili di Responsabilità delle proprie Azioni.
2011
Modelli di Mondo
System Theory; Pure Spectator; Ergodic Observer; Egocentric Interactor; Mind Modelling; Complex Networks; Cybernetics; Computational Modelling
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/657966
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact