Gli artefatti sono intrinsecamente destinati ad accompagnare la vita degli individui, contribuendo a palesarne l'identità. Sono entità vive e mutevoli, che possono cambiare dinamicamente il loro aspetto o perfino la loro funzione. Così come rughe, cicatrici o nèi costituiscono una testimonianza del passaggio del tempo e delle esperienze per l'uomo, analogamente usura, ingiallimento e difetti sono sintomatici dell'evoluzione e dell'unicità dell'artefatto. Le imperfezioni divengono elementi narrativi, che raccontano il vissuto specifico dell'artefatto, le sue peculiarità e l'uso che ne è stato fatto. Così l'imperfezione diviene un valore da ricercare, come era avvenuto in Oriente con l'influsso del wabi sabi, la "bellezza delle cose mutevoli, imperfette e temporanee". "Imperfetto" è assunto come sinonimo di reale, naturale, inevitabile, umano. Attribuire valore all'imperfezione significa progettare prodotti capaci di invecchiare, di modificarsi, di essere riparati; significa stimolare il legame emotivo tra utente e prodotto, allungarne il ciclo di vita e, soprattutto, accettare la presenza di una variabile non controllabile che spesso "cambia il finale del racconto". Il libro indaga il valore attribuibile alle imperfezioni degli oggetti, proponendole come sintomi di un'inequivocabile unicità, fautrici del rafforzamento del legame emotivo, nel tempo e nello spazio, in una dialettica fra passato e contemporaneità, fra cultura orientale e fermento occidentale.

Il valore dell'imperfezione.L'approccio wabi sabi al design.

OSTUZZI, FRANCESCA;SALVIA, GIUSEPPE;ROGNOLI, VALENTINA;LEVI, MARINELLA
2011-01-01

Abstract

Gli artefatti sono intrinsecamente destinati ad accompagnare la vita degli individui, contribuendo a palesarne l'identità. Sono entità vive e mutevoli, che possono cambiare dinamicamente il loro aspetto o perfino la loro funzione. Così come rughe, cicatrici o nèi costituiscono una testimonianza del passaggio del tempo e delle esperienze per l'uomo, analogamente usura, ingiallimento e difetti sono sintomatici dell'evoluzione e dell'unicità dell'artefatto. Le imperfezioni divengono elementi narrativi, che raccontano il vissuto specifico dell'artefatto, le sue peculiarità e l'uso che ne è stato fatto. Così l'imperfezione diviene un valore da ricercare, come era avvenuto in Oriente con l'influsso del wabi sabi, la "bellezza delle cose mutevoli, imperfette e temporanee". "Imperfetto" è assunto come sinonimo di reale, naturale, inevitabile, umano. Attribuire valore all'imperfezione significa progettare prodotti capaci di invecchiare, di modificarsi, di essere riparati; significa stimolare il legame emotivo tra utente e prodotto, allungarne il ciclo di vita e, soprattutto, accettare la presenza di una variabile non controllabile che spesso "cambia il finale del racconto". Il libro indaga il valore attribuibile alle imperfezioni degli oggetti, proponendole come sintomi di un'inequivocabile unicità, fautrici del rafforzamento del legame emotivo, nel tempo e nello spazio, in una dialettica fra passato e contemporaneità, fra cultura orientale e fermento occidentale.
2011
Franco Angeli
9788856838862
Materiali; design; sostenibilità; tempo; imperfezione; wabi sabi
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