Nel linguaggio comune il Colore si riferisce a una speciale qualità visiva di un oggetto, percepita alla luce naturale: “la luce rapida Piove di cosa in cosa, E i color vari suscita Dovunque si riposa” . Il Colore è, in effetti, “termine indicante, in fisica, sia la sensazione fisiologica che si prova sotto l’effetto di luci di diversa qualità e composizione (colore soggettivo), sia la luce stessa, monocromatica o policromatica (colore oggettivo semplice e colore oggettivo composto)” . II colore è quell'aspetto dell'apparenza degli oggetti (e delle luci) che dipende dalla composizione spettrale dell'energia radiante che raggiunge la retina dell'occhio, dalla sua distribuzione spaziale e temporale. Essendo coinvolto un organo di senso, il colore è una sensazione soggettiva, perché deriva dallo stimolo dei nostri centri nervosi da parte della luce, i quali interpretano il dato sensibile. I nostri cinque sensi ricevono continuamente stimoli di varia natura, che il cervello traduce e interpreta al fine di una decodifica gestibile, per restituire cioè percezioni riconoscibili. Ogni tentativo di misurazione non statistica di sensazioni e percezioni è necessariamente viziato dalla soggettività ed esperienza insite nella risposta di ogni persona, senza infine considerare le differenze fisiologiche di ciascuno. Lo studio del Colore ha tuttavia consentito di procedere con l’individuazione dei diversi stimoli e processi in gioco, al fine di scomporli in elementi quantificabili, a partire dalle misurazioni fisiche, fino alla loro ricomposizione e osservazione complessiva, con diretto riferimento ai risultati raggiunti dalle neuroscienze e dalle scienze legate alla percezione. L'impiego di strumentazioni fotoelettriche come mezzi di ricerca, a partire dall'inizio del ‘900 ha consentito di associare a buona parte dei fenomeni visivi una descrizione numerica, e di ottenere quindi scale di misura riconosciute internazionalmente, utili in molti settori tecnici e commerciali. Ma la sola misurazione non permetteva di rispondere a precise domande relative a una materia tanto mutevole. Come si distinguono gamme e nuance cromatiche? Possiamo essere sicuri di interpretare correttamente i colori? Quale è il limite visivo lungo il quale un rosso comincia a diventare viola? Come mai uno stesso colore cambia se si modifica lo sfondo sul quale si posa? Le domande sopra espresse fanno intuire come il fattore percettivo umano sia il parametro fondamentale per l’interpretazione delle sensazioni cromatiche, oggetto di studio lungo quasi tutto lo scorso secolo.

colore

BISSON, MARIO
2010-01-01

Abstract

Nel linguaggio comune il Colore si riferisce a una speciale qualità visiva di un oggetto, percepita alla luce naturale: “la luce rapida Piove di cosa in cosa, E i color vari suscita Dovunque si riposa” . Il Colore è, in effetti, “termine indicante, in fisica, sia la sensazione fisiologica che si prova sotto l’effetto di luci di diversa qualità e composizione (colore soggettivo), sia la luce stessa, monocromatica o policromatica (colore oggettivo semplice e colore oggettivo composto)” . II colore è quell'aspetto dell'apparenza degli oggetti (e delle luci) che dipende dalla composizione spettrale dell'energia radiante che raggiunge la retina dell'occhio, dalla sua distribuzione spaziale e temporale. Essendo coinvolto un organo di senso, il colore è una sensazione soggettiva, perché deriva dallo stimolo dei nostri centri nervosi da parte della luce, i quali interpretano il dato sensibile. I nostri cinque sensi ricevono continuamente stimoli di varia natura, che il cervello traduce e interpreta al fine di una decodifica gestibile, per restituire cioè percezioni riconoscibili. Ogni tentativo di misurazione non statistica di sensazioni e percezioni è necessariamente viziato dalla soggettività ed esperienza insite nella risposta di ogni persona, senza infine considerare le differenze fisiologiche di ciascuno. Lo studio del Colore ha tuttavia consentito di procedere con l’individuazione dei diversi stimoli e processi in gioco, al fine di scomporli in elementi quantificabili, a partire dalle misurazioni fisiche, fino alla loro ricomposizione e osservazione complessiva, con diretto riferimento ai risultati raggiunti dalle neuroscienze e dalle scienze legate alla percezione. L'impiego di strumentazioni fotoelettriche come mezzi di ricerca, a partire dall'inizio del ‘900 ha consentito di associare a buona parte dei fenomeni visivi una descrizione numerica, e di ottenere quindi scale di misura riconosciute internazionalmente, utili in molti settori tecnici e commerciali. Ma la sola misurazione non permetteva di rispondere a precise domande relative a una materia tanto mutevole. Come si distinguono gamme e nuance cromatiche? Possiamo essere sicuri di interpretare correttamente i colori? Quale è il limite visivo lungo il quale un rosso comincia a diventare viola? Come mai uno stesso colore cambia se si modifica lo sfondo sul quale si posa? Le domande sopra espresse fanno intuire come il fattore percettivo umano sia il parametro fondamentale per l’interpretazione delle sensazioni cromatiche, oggetto di studio lungo quasi tutto lo scorso secolo.
2010
argomenti di ergonomia. un glossario (vol. 2)
9788856832297
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