L'architettura ecclesiastica del Quattrocento in territorio mantovano riletta alla luce di due personalità: quella di Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova, e di don Girolamo Redini, eremita e consigliere del principe. Il volume esplora quanto resta dell'architettura ecclesiastica del XV secolo fra le Diocesi di Brescia, Reggio Emilia e Mantova, individuandone i caratteri salienti e gli apparati decorativi, alla luce delle vicende politiche che coinvolsero il marchesato di Mantova soprattutto fra l'ultimo quarto del Quattrocento e il primo del Cinquecento. Agli stravolgimenti sociali e politici che caratterizzarono la fine del Medioevo e l'inizio dell'età Moderna corrispose, nel clero e nella committenza devota, una forte reazione artistica verso forme del tardogotico, allorquando il capoluogo gonzaghesco poteva già fregiarsi dell'avanguardia architettonica di Leon Battista Alberti. Un'involuzione voluta e cercata, un volontario allontanamento dalle forme "pagane" del nascente classicismo, alla ricerca dell'ortodossia rassicurante del gotico. Partendo dagli esempi di pievi e parrocchiali campestri, fortunosamente sopravvissute al trascorrere dei secoli e agli aggiornamenti architettonici e decorativi, la ricerca approda alla chiesa di Santa Maria della Vittoria in Mantova, eretta come ex voto per la vittoria italiana alla battaglia di Fornovo sul Taro (1495). Nuovi documenti sottraggono parte della preziosa decorazione pittorica all'attribuzione mantegnesca (già postulata dal Vasari), posticipandola ai primi anni del XVI secolo, lasciando al maestro patavino l'esecuzione della celebre Pala della Vittoria (forse inizialmente prevista in forma di affresco e in esterno) oggi conservata al Louvre, la cui definizione iconografica spetta proprio al Redini, all'epoca coinvolto nel circuito dei predicatori mistici e dei miracoli mariani che ebbero in Mantova e nel Mantovano larga fortuna.
Il principe e l'eremita. Da San Lorenzo in Guidizzolo a Santa Maria della Vittoria in Mantova. Uomini, architettura e territorio fra XV e XVI secolo
TOGLIANI, CARLO
2009-01-01
Abstract
L'architettura ecclesiastica del Quattrocento in territorio mantovano riletta alla luce di due personalità: quella di Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova, e di don Girolamo Redini, eremita e consigliere del principe. Il volume esplora quanto resta dell'architettura ecclesiastica del XV secolo fra le Diocesi di Brescia, Reggio Emilia e Mantova, individuandone i caratteri salienti e gli apparati decorativi, alla luce delle vicende politiche che coinvolsero il marchesato di Mantova soprattutto fra l'ultimo quarto del Quattrocento e il primo del Cinquecento. Agli stravolgimenti sociali e politici che caratterizzarono la fine del Medioevo e l'inizio dell'età Moderna corrispose, nel clero e nella committenza devota, una forte reazione artistica verso forme del tardogotico, allorquando il capoluogo gonzaghesco poteva già fregiarsi dell'avanguardia architettonica di Leon Battista Alberti. Un'involuzione voluta e cercata, un volontario allontanamento dalle forme "pagane" del nascente classicismo, alla ricerca dell'ortodossia rassicurante del gotico. Partendo dagli esempi di pievi e parrocchiali campestri, fortunosamente sopravvissute al trascorrere dei secoli e agli aggiornamenti architettonici e decorativi, la ricerca approda alla chiesa di Santa Maria della Vittoria in Mantova, eretta come ex voto per la vittoria italiana alla battaglia di Fornovo sul Taro (1495). Nuovi documenti sottraggono parte della preziosa decorazione pittorica all'attribuzione mantegnesca (già postulata dal Vasari), posticipandola ai primi anni del XVI secolo, lasciando al maestro patavino l'esecuzione della celebre Pala della Vittoria (forse inizialmente prevista in forma di affresco e in esterno) oggi conservata al Louvre, la cui definizione iconografica spetta proprio al Redini, all'epoca coinvolto nel circuito dei predicatori mistici e dei miracoli mariani che ebbero in Mantova e nel Mantovano larga fortuna.File | Dimensione | Formato | |
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