1900. Washington. Centenario della designazione della città a capitale degli Stati Uniti. Il saggio propone la ricostruzione della complessa e travagliata vicenda della trasformazione che la città – e il suo centro in particolare – subirà dalla nascita alla data della celebrazione. Nata con caratteristiche rurali, con costruzioni immerse in spazi non definiti, Washington presentava innumerevoli problemi che ne generarono il deterioramento fino alle soglie del Novecento. La celebrazione del centenario smosse cittadini e legislatori alla ricerca di un progetto di ristrutturazione della città, simbolo della grandezza di una nazione che in poco più di cent’anni aveva raggiunto stabilità e potere. Nessun progetto era fino ad allora riuscito a risolvere i principali problemi, perché le soluzioni proposte erano spesso viziate da errori e speculazioni. Nel saggio si ricordano tuttavia le interessanti proposte dello storico e architetto dilettante Franklin Smith, che progettò un grandioso complesso per una Galleria Nazionale di Storia e di Arte, con un asse centrale che conduceva a un’ “acropoli americana” sulle rive del Potomac; o i progetti, meno convincenti, di Theodor Bingham, Samuel Parson Junior e di Cass Colbert; e quello di Glenn Brown, il massimo studioso del Campidoglio, figura-chiave nel ricondurre la questione dal piano della mera risoluzione di problemi funzionali a quello della definizione di un piano ideale; egli stesso elaborò un progetto che fondava le sue radici sul lavoro di L’Enfant, Washington e Jefferson. Nell’approssimarsi del centenario, fra le numerose proposte emerge quella della “Senate Park Commission”, o “McMillan Commission”, istituita nel 1900 dal senatore James McMillan e formata da Daniel Burnham, Charles McKim, Frederick Law Olmstead Junior, Augustus Saint-Gaudens. L’articolo si focalizza sull’analisi del piano, redatto dalla Commissione tra il 1900 e il 1901 e presentato nel 1902. Il principio ispiratore era il ritorno a una città intesa come monumento astratto, eterno, che esprimesse il potere e il gusto degli americani. Nel saggio sono sottolineati alcuni aspetti di notevole rilevanza nella ricostruzione della storia del progetto, come il viaggio in Europa, durato 48 giorni, con tappe a Parigi, Roma e dintorni, Venezia, Vienna ecc.; un’esperienza che si rivelò determinante per le scelte progettuali - soprattutto in quanto vissuta “dal vero” e non attraverso i libri – e che spiega in parte la trasformazione dei metodi di progettazione e la nuova coscienza acquisita dai moderni architetti. Grazie al lavoro della “Commission of Fine Arts” voluta da Theodor Roosvelt nel 1910, buona parte delle proposte del 1902 fu realizzata. Il piano della McMillan Commission e il testo che lo accompagna è un documento importantissimo, su cui si fondano le radici della progettazione della città americana; deve essere considerato come il primo “city planning report” moderno della nazione, che riuscì a indirizzare gli sviluppi futuri senza che fossero mai persi di vista gli ideali e i principi del piano settecentesco di L’Enfant.

Gennaio 1902 : i progetti per il centro di Washington della McMillan Commission. Modelli del passato per la città del futuro

LOI, MARIACRISTINA
2004-01-01

Abstract

1900. Washington. Centenario della designazione della città a capitale degli Stati Uniti. Il saggio propone la ricostruzione della complessa e travagliata vicenda della trasformazione che la città – e il suo centro in particolare – subirà dalla nascita alla data della celebrazione. Nata con caratteristiche rurali, con costruzioni immerse in spazi non definiti, Washington presentava innumerevoli problemi che ne generarono il deterioramento fino alle soglie del Novecento. La celebrazione del centenario smosse cittadini e legislatori alla ricerca di un progetto di ristrutturazione della città, simbolo della grandezza di una nazione che in poco più di cent’anni aveva raggiunto stabilità e potere. Nessun progetto era fino ad allora riuscito a risolvere i principali problemi, perché le soluzioni proposte erano spesso viziate da errori e speculazioni. Nel saggio si ricordano tuttavia le interessanti proposte dello storico e architetto dilettante Franklin Smith, che progettò un grandioso complesso per una Galleria Nazionale di Storia e di Arte, con un asse centrale che conduceva a un’ “acropoli americana” sulle rive del Potomac; o i progetti, meno convincenti, di Theodor Bingham, Samuel Parson Junior e di Cass Colbert; e quello di Glenn Brown, il massimo studioso del Campidoglio, figura-chiave nel ricondurre la questione dal piano della mera risoluzione di problemi funzionali a quello della definizione di un piano ideale; egli stesso elaborò un progetto che fondava le sue radici sul lavoro di L’Enfant, Washington e Jefferson. Nell’approssimarsi del centenario, fra le numerose proposte emerge quella della “Senate Park Commission”, o “McMillan Commission”, istituita nel 1900 dal senatore James McMillan e formata da Daniel Burnham, Charles McKim, Frederick Law Olmstead Junior, Augustus Saint-Gaudens. L’articolo si focalizza sull’analisi del piano, redatto dalla Commissione tra il 1900 e il 1901 e presentato nel 1902. Il principio ispiratore era il ritorno a una città intesa come monumento astratto, eterno, che esprimesse il potere e il gusto degli americani. Nel saggio sono sottolineati alcuni aspetti di notevole rilevanza nella ricostruzione della storia del progetto, come il viaggio in Europa, durato 48 giorni, con tappe a Parigi, Roma e dintorni, Venezia, Vienna ecc.; un’esperienza che si rivelò determinante per le scelte progettuali - soprattutto in quanto vissuta “dal vero” e non attraverso i libri – e che spiega in parte la trasformazione dei metodi di progettazione e la nuova coscienza acquisita dai moderni architetti. Grazie al lavoro della “Commission of Fine Arts” voluta da Theodor Roosvelt nel 1910, buona parte delle proposte del 1902 fu realizzata. Il piano della McMillan Commission e il testo che lo accompagna è un documento importantissimo, su cui si fondano le radici della progettazione della città americana; deve essere considerato come il primo “city planning report” moderno della nazione, che riuscì a indirizzare gli sviluppi futuri senza che fossero mai persi di vista gli ideali e i principi del piano settecentesco di L’Enfant.
2004
Il disegno e le architetture della città eclettica
88-207-3653-5
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