Grazie alla Rivoluzione industriale gli insediamenti antropici si sono sviluppati secondo gradi di autonomia crescente fino a rendere indipendente lo sviluppo degli insediamenti umani dalla disponibilità locale di risorse, smarcandosi così dal rapporto di sussistenza sinergica città/campagna (E. Sereni, 1961). Ciò è stato possibile grazie alla canalizzazione di flussi di energia e materia. Precedentemente invece gli insediamenti umani si sono sviluppati in luoghi in cui erano disponibili le risorse per il sostentamento delle comunità (acqua, materie prime, cibo). In epoche successive lo sviluppo urbano ha richiesto che ai servizi originali si affiancassero delleinfrastrutture quali strade, porti, mercati e magazzini per favorire la circolazione e la trasformazione delle merci (Calabi, 2005). Questa evoluzione, spinta dall’accelerazione improvvisa della Rivoluzione industriale, ha portato a sistemi sempre più rigidi e completamente dipendenti dai flussi canalizzati, in cui la loro interruzione - se non prontamente ripristinata - ha come effetto l’immediato collasso dei sistemi, con conseguente decadenza/abbandono degli insediamenti (Maffioletti, 2005). Per ridurre queste criticità sono state condotte, da un lato ricerche su soluzioni che rendessero gli edifici meno dipendenti dai flussi canalizzati, dall’altro soluzioni di canalizzazione più flessibili per il supporto degli insediamenti umani. Le ricerche “Un muro per ricominciare”, “Post it” e “SEED Italy” rappresentano tre diversi approcci a questi problemi: nel primo caso viene individuata una struttura di supporto/canalizzazione che rappresenta l’elemento fondante della costruzione - o ricostruzione - dell’insediamento, in questo caso un “muro”; nella seconda ricerca vengono invece progettate delle infrastrutture estremamente leggere e adattabili su cui è possibile appoggiare elementi costruiti, però largamente riconfigurabili; mentre infine, nel terzo caso, si definisce un sistema di supporto minimo alle abitazioni – un core tecnologico e strutturale - intorno al quale poter costruire involucri di forma e dimensione diversa integrati al costruito esistente. Il contributo approfondisce, grazie alle possibilità di riconfigurazione degli insediamenti, gli aspetti tecnologici e ambientali delle tre ricerche citate, in una logica di trasformazione dei territori da fragili a flessibili.

SEMI,RAMI E RADICI: DAI TERRITORI FRAGILI A QUELLI FLESSIBILI. NUOVE IPOTESI DI INTERVENTI PER LA RIGENERAZIONE URBANA

A. Rogora;P. Carli
2019-01-01

Abstract

Grazie alla Rivoluzione industriale gli insediamenti antropici si sono sviluppati secondo gradi di autonomia crescente fino a rendere indipendente lo sviluppo degli insediamenti umani dalla disponibilità locale di risorse, smarcandosi così dal rapporto di sussistenza sinergica città/campagna (E. Sereni, 1961). Ciò è stato possibile grazie alla canalizzazione di flussi di energia e materia. Precedentemente invece gli insediamenti umani si sono sviluppati in luoghi in cui erano disponibili le risorse per il sostentamento delle comunità (acqua, materie prime, cibo). In epoche successive lo sviluppo urbano ha richiesto che ai servizi originali si affiancassero delleinfrastrutture quali strade, porti, mercati e magazzini per favorire la circolazione e la trasformazione delle merci (Calabi, 2005). Questa evoluzione, spinta dall’accelerazione improvvisa della Rivoluzione industriale, ha portato a sistemi sempre più rigidi e completamente dipendenti dai flussi canalizzati, in cui la loro interruzione - se non prontamente ripristinata - ha come effetto l’immediato collasso dei sistemi, con conseguente decadenza/abbandono degli insediamenti (Maffioletti, 2005). Per ridurre queste criticità sono state condotte, da un lato ricerche su soluzioni che rendessero gli edifici meno dipendenti dai flussi canalizzati, dall’altro soluzioni di canalizzazione più flessibili per il supporto degli insediamenti umani. Le ricerche “Un muro per ricominciare”, “Post it” e “SEED Italy” rappresentano tre diversi approcci a questi problemi: nel primo caso viene individuata una struttura di supporto/canalizzazione che rappresenta l’elemento fondante della costruzione - o ricostruzione - dell’insediamento, in questo caso un “muro”; nella seconda ricerca vengono invece progettate delle infrastrutture estremamente leggere e adattabili su cui è possibile appoggiare elementi costruiti, però largamente riconfigurabili; mentre infine, nel terzo caso, si definisce un sistema di supporto minimo alle abitazioni – un core tecnologico e strutturale - intorno al quale poter costruire involucri di forma e dimensione diversa integrati al costruito esistente. Il contributo approfondisce, grazie alle possibilità di riconfigurazione degli insediamenti, gli aspetti tecnologici e ambientali delle tre ricerche citate, in una logica di trasformazione dei territori da fragili a flessibili.
2019
IFAU '18 ‐ Territori fragili / Fragile territories
978-88-492-3667-5
flussi di materia, flessibilità, ambiente costruito, riqualificazione urbana
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