Among the works of Luigi Caccia Dominioni, the building complex in Corso Italia (1957-64) appears as the perfect synthesis between spatial invention and dialogue with the urban structure of Milan’s ancient nucleus. The two ‘towers’ in small red ceramic tiles which frame the central setback, the long gallery which crosses the building with the floor mosaic by Francesco Somaini, and the final surprise of the courtyard which holds together building bodies different in height, material, finishing and architectural syntax demonstrate a design freedom allowed only to great talents. The installation/exposition designed by CZA-Cino Zucchi Architetti for Freespace – the title of the 16th Architecture Biennale in Venice – becomes the occasion for a series of thematic readings of the work of the Milanese architect Luigi Caccia Dominioni (1913-2016). His multi-functional building complex in Corso Italia (1957-64), built in a quarter heavily damaged by WWII bombs, unfolds a complex spatial narration from the scale of the city to the one of material and detail. The volume looks at its multi-faceted reality through original documents from the LCD Archive, a new set of photographs by Cino Zucchi, and custom-produced three-dimensional reconstructions. The essays by Cino Zucchi and Orsina Simona Pierini read this ‘silent masterpiece’ on the backdrop of Caccia Dominioni’s relationship with its city and of its peculiar design approach, pointing out its relevance in contemporary architectural thought.

Tra le opere di Luigi Caccia Dominioni, il complesso edilizio di corso Italia (1957-64) appare la sintesi perfetta tra invenzione spaziale e dialogo con la struttura urbana del nucleo antico di Milano. Le due ‘torrette’ in tessere di ceramica rossa che inquadrano l’arretramento centrale, la lunga galleria che attraversa l’edificio con il pavimento a mosaico di Francesco Somaini, infine la sorpresa del cortile che raccoglie insieme corpi edilizi eterogenei per volume, materiali, aperture e sintassi architettonica dimostrano una libertà compositiva permessa solo ai grandi talenti. L’installazione/mostra progettata da CZA-Cino Zucchi Architetti per Freespace – il titolo della 16. Biennale di Architettura di Venezia – diventa l’occasione per una serie di letture tematiche del lavoro dell’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni (1913-2016). Il suo complesso edilizio multifunzionale in corso Italia (1957-64), costruito in un quartiere pesantemente colpito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dispiega una complessa narrazione spaziale dalla scala della città a quella del materiale e del dettaglio. Il volume guarda a questa realtà a molte facce attraverso documenti originali dall’Archivio LCD, un nuovo servizio fotografico di Cino Zucchi, e ricostruzioni tridimensionali appositamente realizzate. I saggi di Cino Zucchi e Orsina Simona Pierini leggono questo “capolavoro silenzioso” sullo sfondo del rapporto tra Caccia Dominioni e la sua città e quello del suo peculiare approccio progettuale, mostrando la sua rilevanza nel pensiero architettonico contemporaneo.

Everyday Wonders Meraviglie Quotidiane Luigi Caccia Dominioni and Milano: the corso Italia complex

Orsina Simona Pierini;Cino Zucchi
2018-01-01

Abstract

Among the works of Luigi Caccia Dominioni, the building complex in Corso Italia (1957-64) appears as the perfect synthesis between spatial invention and dialogue with the urban structure of Milan’s ancient nucleus. The two ‘towers’ in small red ceramic tiles which frame the central setback, the long gallery which crosses the building with the floor mosaic by Francesco Somaini, and the final surprise of the courtyard which holds together building bodies different in height, material, finishing and architectural syntax demonstrate a design freedom allowed only to great talents. The installation/exposition designed by CZA-Cino Zucchi Architetti for Freespace – the title of the 16th Architecture Biennale in Venice – becomes the occasion for a series of thematic readings of the work of the Milanese architect Luigi Caccia Dominioni (1913-2016). His multi-functional building complex in Corso Italia (1957-64), built in a quarter heavily damaged by WWII bombs, unfolds a complex spatial narration from the scale of the city to the one of material and detail. The volume looks at its multi-faceted reality through original documents from the LCD Archive, a new set of photographs by Cino Zucchi, and custom-produced three-dimensional reconstructions. The essays by Cino Zucchi and Orsina Simona Pierini read this ‘silent masterpiece’ on the backdrop of Caccia Dominioni’s relationship with its city and of its peculiar design approach, pointing out its relevance in contemporary architectural thought.
2018
Corraini
9788875707248
Tra le opere di Luigi Caccia Dominioni, il complesso edilizio di corso Italia (1957-64) appare la sintesi perfetta tra invenzione spaziale e dialogo con la struttura urbana del nucleo antico di Milano. Le due ‘torrette’ in tessere di ceramica rossa che inquadrano l’arretramento centrale, la lunga galleria che attraversa l’edificio con il pavimento a mosaico di Francesco Somaini, infine la sorpresa del cortile che raccoglie insieme corpi edilizi eterogenei per volume, materiali, aperture e sintassi architettonica dimostrano una libertà compositiva permessa solo ai grandi talenti. L’installazione/mostra progettata da CZA-Cino Zucchi Architetti per Freespace – il titolo della 16. Biennale di Architettura di Venezia – diventa l’occasione per una serie di letture tematiche del lavoro dell’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni (1913-2016). Il suo complesso edilizio multifunzionale in corso Italia (1957-64), costruito in un quartiere pesantemente colpito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dispiega una complessa narrazione spaziale dalla scala della città a quella del materiale e del dettaglio. Il volume guarda a questa realtà a molte facce attraverso documenti originali dall’Archivio LCD, un nuovo servizio fotografico di Cino Zucchi, e ricostruzioni tridimensionali appositamente realizzate. I saggi di Cino Zucchi e Orsina Simona Pierini leggono questo “capolavoro silenzioso” sullo sfondo del rapporto tra Caccia Dominioni e la sua città e quello del suo peculiare approccio progettuale, mostrando la sua rilevanza nel pensiero architettonico contemporaneo.
Caccia Dominioni, Milano, Complesso Edilizio, centro storico, residenza
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