L’architettura per lo sport tra continuità e discontinuità

Il tema della resilienza, applicato alle infrastrutture sportive complesse, denuncia l’assenza di indagini organiche e sistemiche in materia. Tuttavia, il riverbero sociale, economico e ambientale che tali architetture implicano alla scala urbana e territoriale, eleggono tale comparto ad ambito strategico quando posto in sinergia alle pratiche sportive, della salute e del benessere. Si intende in questa sede indagare nuovi approcci metodologici e strategici finalizzati a individuare progettualità e lineamenti riguardanti il futuro delle infrastrutture sportive riportando, parimenti, alcune esperienze proattive di settore. Ricerche e studi in materia, propri del panorama italiano e europeo, evidenziano interessanti e innovative tendenze che denunciano un’ampia attenzione ai temi della resilienza urbana e sociale di tali strutture. In termini generali, risulta evidente la difficoltà d’adeguamento dei manufatti esistenti, connotati da un’elevata rigidità morfo-tipologica, manifestando pertanto scarsi livelli di resilienza, sebbene accompagnata dalla diffusa consapevolezza che le architetture per lo sport veicolano in forma sostanziale le strategie di pianificazione e trasformazione dei luoghi su ampia scala. L’infrastruttura sportiva rappresenta una significativa opportunità di sperimentazione in ambito urbanistico, architettonico e del design: tentare di leggerne le potenzialità attraverso un suo processo di valorizzazione rappresenta un’azione strategica indispensabile all’interno dell’attuale ripensamento sulla struttura della città e sul significato dei suoi elementi.