Il 1612 costituì per Mantova e per la storia dello spettacolo barocco una data importante. Il ritrovamento di una cronaca a stampa, assai rara e ad oggi nota in un esemplare conservato presso la Biblioteca Alessandrina di Roma, consente di ripercorrere, nel dettaglio, le tappe e le modalità dei festeggiamenti indetti in quell’anno e nella capitale del ducato gonzaghesco, per celebrare l’ascesa al trono dell’Imperatore Mattia d’Asburgo. Il testo, unitamente ad alcuni documenti d’archivio, consente di ripercorrere le tappe dei festeggiamenti, protratti su più giorni, comprendendone le dinamiche attuative, le responsabilità esecutive e i luoghi che ne furono teatro, nella città e all’interno di Palazzo Ducale. Introdotti da un solenne Te Deum cantato nella cattedrale di Mantova, si articolarono in cerimoniali e solenni “passeggi” per le vie cittadine addobbate e illuminate a festa, in pirotecnici falò allestiti nelle principali piazze ed incroci cittadini, in “cavallereschi giochi” entro la scenografica cornice di Piazza San Pietro (oggi Sordello) e nelle vie contigue, e nello spettacolare volo dell’ippogrifo dalla Torre della Gabbia, espediente quest’ultimo (apparentemente mutuato dal veneziano ‘volo dell’Angelo’) di cui non si conosceva la pratica mantovana. Le celebrazioni compresero anche l’allestimento di un’opera (il Ratto delle Sabine), scritta dal commediografo don Federico Follino e messa in scena in Palazzo Ducale nella splendida cornice del giuliesco Cortile della Mostra (con complessi apparati scenografici, l’intervento di attori, comparse, musici e macchine semoventi di artificiosa fattura) e furono concluse da uno sbalorditivo e “lauto banchetto” consumato su una grande zattera lignea, forse la stessa allestita nel 1608 per le nozze del principe Francesco IV Gonzaga con Margherita di Savoia. Protagonista tuttofare e di rara abilità fu, nel 1612 come nel 1608, Gabriele Bertazzolo, proprio in quelle settimane impegnato (e anche ciò costituisce una novità) nelle feste per le nozze di don Cesare Gonzaga di Guastalla e Isabella Orsini. L'attività dell'apprezzato ingegnere, architetto e scenografo si arricchisce così di nuovi importanti tasselli.
Gabriele Bertazzolo e le feste mantovane per l'Imperatore Mattia d'Asburgo (1612). nei documenti d'archivio e in una rara cronaca del tempo
C. Togliani
2016-01-01
Abstract
Il 1612 costituì per Mantova e per la storia dello spettacolo barocco una data importante. Il ritrovamento di una cronaca a stampa, assai rara e ad oggi nota in un esemplare conservato presso la Biblioteca Alessandrina di Roma, consente di ripercorrere, nel dettaglio, le tappe e le modalità dei festeggiamenti indetti in quell’anno e nella capitale del ducato gonzaghesco, per celebrare l’ascesa al trono dell’Imperatore Mattia d’Asburgo. Il testo, unitamente ad alcuni documenti d’archivio, consente di ripercorrere le tappe dei festeggiamenti, protratti su più giorni, comprendendone le dinamiche attuative, le responsabilità esecutive e i luoghi che ne furono teatro, nella città e all’interno di Palazzo Ducale. Introdotti da un solenne Te Deum cantato nella cattedrale di Mantova, si articolarono in cerimoniali e solenni “passeggi” per le vie cittadine addobbate e illuminate a festa, in pirotecnici falò allestiti nelle principali piazze ed incroci cittadini, in “cavallereschi giochi” entro la scenografica cornice di Piazza San Pietro (oggi Sordello) e nelle vie contigue, e nello spettacolare volo dell’ippogrifo dalla Torre della Gabbia, espediente quest’ultimo (apparentemente mutuato dal veneziano ‘volo dell’Angelo’) di cui non si conosceva la pratica mantovana. Le celebrazioni compresero anche l’allestimento di un’opera (il Ratto delle Sabine), scritta dal commediografo don Federico Follino e messa in scena in Palazzo Ducale nella splendida cornice del giuliesco Cortile della Mostra (con complessi apparati scenografici, l’intervento di attori, comparse, musici e macchine semoventi di artificiosa fattura) e furono concluse da uno sbalorditivo e “lauto banchetto” consumato su una grande zattera lignea, forse la stessa allestita nel 1608 per le nozze del principe Francesco IV Gonzaga con Margherita di Savoia. Protagonista tuttofare e di rara abilità fu, nel 1612 come nel 1608, Gabriele Bertazzolo, proprio in quelle settimane impegnato (e anche ciò costituisce una novità) nelle feste per le nozze di don Cesare Gonzaga di Guastalla e Isabella Orsini. L'attività dell'apprezzato ingegnere, architetto e scenografo si arricchisce così di nuovi importanti tasselli.File | Dimensione | Formato | |
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