L’immagine di Sabbioneta è stata affidata, nel corso dei secoli, ad un numero estremamente ridotto di incisioni a stampa, tutte peraltro curiosamente eseguite in un breve intorno d’anni, tra la fine del XVII secolo e la prima metà del successivo. Nei cent’anni o poco più che le hanno precedute (cioè a partire dalla fondazione della città murata), la morte prematura del duca Vespasiano, il conseguente rapido declino politico, economico e sociale del ducato, unitamente alle contese per il possesso di quanto ne sopravviveva non hanno certo favorito la produzione e la divulgazione di planimetrie o vedute se si fa eccezione per la veduta a volo di uccello disegnata dall’ingegnere Smeraldo Smeraldi nel 1605 (oggi conservata nell’Archivio di Stato di Parma) e per la planimetria attribuita al ticinese Gaspare Beretta, «ingeniero mayor» dello stato di Milano (alla Biblioteca Ambrosiana di Milano). Il saggio ripercorre, contestualizzandone le redazioni anche alla luce delle biografie degli autori, una sequenza di carte, tutte concepite o stampate in occasione delle guerre o delle spedizioni militari che resero estremamente turbolento il contesto geopolitico dell’Italia Settentrionale fra XVII e XVIII secolo. La prima carta a stampa di Sabbioneta, di cui si ha notizia, è stata eseguita da D. Joseph (José) Chafrion, pubblicata in Milano nel 1687. Si tratta di un’incisione su rame di piccolo formato, contenuta nell’opera "Plantas de las fortificaciones de las ciudades, plazed, y castillos de estado de Milan ofrecelas a la Majestad del Catholico Rey de las Espaňas D. Carlos II N.S. La pluma y buril, de D. Joseph Chafrion, capitan de Infanteria Espaňola del Tercio de Lombardia y Ingeniero del Exercito", probabilmente frutto, più che di una campagna di rilievo, del riuso di disegni compilati, per conto del governo spagnolo, da altri tecnici. Essa costituisce una preziosa informazione circa l’interesse che il governo della Lombardia spagnola nutriva, dopo la morte di Vespasiano, per la piazzaforte lungamente concupita e politicamente contesa fra gli eredi del fondatore e quelli di Ferrante di Guastalla. La pianta di Sabbioneta conobbe fortuna e derivazioni, più o meno fedeli nel disegno e nell’impostazione verticale, con Coronelli, Fritschen, Sesti e l’ancora anonimo autore del "Plan de la Ville de Sabioneta assiegée par les Troupes Alliées … Janvier 1734". Si stacca nettamente dalla meglio definita rappresentazione di Chafrion la Sabioneda disegnata da Vincenzo Coronelli (1650-1718), contenuta all’interno dell’atlante "Città e Fortezze dello Stato di Milano e Confinanti … dedicate all’Ill.mo et Ecc.mo Sig. D. Girolamo Talenti … Gentilhuomo della Camera di S.M. Cesarea, del Consiglio della Maestà Cattolica e Suo Inviato alla Serenissima Repubblica di Venetia". L’opera fu edita una sola volta, in proprio, nel 1693, a Venezia, dove il geografo nacque, visse e morì. La carta, di piccolo formato, è però di modesto livello esecutivo e ripropone una planimetria assai semplificata della città, anche se con orientamento opposto a Chafrion (il nord è idealmente all’angolo superiore destro), senza il tracciato di strade e isolati e col solo profilo del recinto fortificato e della fossa perimetrale. In realtà, nella definizione delle difese esterne, la carta, pur nella sua essenzialità, risulta per certi aspetti simile al disegno dell’Ambrosiana attribuito a Beretta. La pur modesta planimetria di Coronelli ispira pedissequamente la non comune, piccola pianta topografica di Sabbioneta, pubblicata nell’opera "Schauplatz des Krieges In Italien, Oder Accurate Beschreibung der Lombardey", edita a Lipsia nel 1702 da Thomas Fritschen. Il volume, di una certa rarità, riporta le piante di diverse piazzeforti italiane (lombarde e piemontesi), compresa Mantova e la stessa Sabbioneta, quest’ultima senza sostanziali variazioni rispetto al modello originario. Il volume è stato pubblicato in un anno significativo, il 1702, che vide gli eserciti Imperiale e Gallo-Ispano fra loro contrapposti (il primo condotto da Eugenio di Savoia) e l’Italia Settentrionale nuovamente trasformata in campo di battaglia. La "Sabioneta", pubblicata nel 1707 dall’ingegnere militare Giovan Battista Sesti, con il nord all’angolo inferiore sinistro, la titolazione nella cornice alta a cartoccio, la geometria semplificata del perimetro murato e dei soli tracciati stradali esterni, è una chiara derivazione dal modello di Chafrion, seppur semplificata in alcuni dettagli e privata dell'ornamentale scena di genere, qui ridotta alle sole «Scale di Braccia Milanesi» che campiscono nello spazio lasciato vuoto dal ‘pitocco’ del prototipo spagnolo. Mancano, sempre in analogia a Chafrion, le opere che articolano il fossato e le difese esterne, raffigurate invece da Coronelli e Fritschen. La planimetria, le cui dimensioni sono sempre assai limitate, è contenuta nell’atlante "Piante delle città, piazze e castelli fortificati in questo Stato di Milano con le loro dichiarazioni. Date alle stampe dal tenente generale, et ingegnere militare Don Giovanni Battista Sesti, dedicate all’Altezza Serenissima del Signor Prencipe Eugenio di Savoia, e Piemonte …", pubblicato a Milano dall’incisore ed editore Agnelli. La dedica e l’anno di edizione, il 1707, non sono appunto casuali: l’audace stratega, vincendo la battaglia di Torino nel 1706 contro gli assedianti francesi e conquistando il Milanese, era diventato governatore dell’ex provincia spagnola. A differenza di Coronelli, l’atlante di Sesti, compilato per essere un’aggiornata raccolta dei presidi fortificati ricaduti sotto il governo imperiale, ebbe tanto successo da necessitare diverse ristampe nel 1708, 1711, 1718, 1733 e 1734, sempre presso Federico Agnelli e gli eredi Giuseppe e Francesco. Le ultime due edizioni dell’opera di Sesti videro la luce nel 1733 e nel 1734; la prima in forma quasi raffazzonata, la seconda, invece, in termini completamente rinnovati. Anche in questo caso gli anni di edizione non sono casuali, coincidendo con la cosiddetta Guerra di Successione Polacca (1733-35), scoppiata per questioni geopolitiche strettamente legate all’Europa nord-orientale, ma di fatto combattuta in Italia Settentrionale. Il 28 ottobre 1733, il re di Sardegna, alleato di Francia e Spagna e col miraggio di annettere la Lombardia, muoveva guerra agli Asburgo, occupando in breve tempo Vigevano, Pavia, Milano e, presa Pizzighettone, giungeva alla fine dell’anno nel Mantovano dove si ricongiunse con francesi e spagnoli. Non deve quindi stupire se, con l’arrivo sulla scena italiana delle truppe di Luigi XV, l’incisore, calcografo ed editore bolognese Marc’Antonio dal Re (1697-1766) diede alle stampe, in lingua francese, a Milano e nel 1734, il foglio "Attaques faites par les troupes des alliez l'an 1734. [Plans des villes et forts de Mantoue, Milan, Tortone, Fuentes, Serravalle, Sabioneta, Cremone, Novare, Gera]". Nel riquadro con lo "Chateau de Sabioneta assiegé le Janvier 1734 par les Troupes Allièes …" l’invenzione di due batterie di artiglieria sparanti contro il baluardo di San Nicolò è comune all’anonimo (ma quasi omonimo) "Plan de la Ville de Sabioneta assiegée par les Troupes Alliées" derivato da Chafrion, e simile, ma non identico, all’ultima versione della carta di Sesti del 1734, dove i tiri, come detto, sono invece concentrati sul baluardo di San Giorgio. Una delle ultime raffigurazioni di Sabbioneta è certamente quella eseguita dal cartografo, incisore ed editore Gabriel Bodenehr der Ältere (Augsburg, 1664-1758), autore di ricchi repertori o atlanti illustrati, tutti stampati nella città bavarese nella quale visse, operò e morì. La planimetria di Sabioneta (il titolo è riportato al centro del campo neutro cittadino, privo cioè della maglia di strade e isolati), pur essendo stata stampata ad Augusta, non fa però parte di nessuna di queste compendiose opere. Di piccolo formato, oltre all’indicazione del castello («Das Schloss»), essa dispone di un’inedita (sino ad allora) lunga didascalia in tedesco lungo il margine destro, che la avvicina per impostazione, soprattutto alle vedute contenute nel Force d’Europe (1725-26). Vista la rarità, è plausibile che la carta, non abbia avuto larga diffusione, eppure essa si stacca nettamente dall’iconografia prodotta nella Lombardia Spagnola (ossia dal modello di Chafrion) per accostarsi maggiormente a quello di Coronelli e Fritschen, migliorandolo la resa tridimensionale delle difese esterne, evidenziate mediante l’ombreggiatura e l’indicazione degli angoli di scarpata. Del tutto simile è la rara Sabioneta (115x185 mm) stampata, sempre nella tedesca città di Augusta, dal meno noto Georg Christian Kilian. Munita anch’essa di identica didascalia descrittiva è da considerarsi, come la carta di Bodenehr, successiva al 1708, ma di datazione incerta, oscillante fra il 1720 (anno in cui Mantova, piazzaforte con fama di invulnerabilità, era passata da pochi anni alla Lombardia austriaca) e il 1740 (o ad un ristretto intorno di anni), coincidendo, non casualmente (come è stato rilevato anche per i precedenti esemplari), con eventi bellici di qualche rilievo. Nella fattispecie con la cosiddetta guerra di Successione Austriaca, innescata dalla morte dell’imperatore Carlo VI (20 ottobre 1740) e combattuta, ancora una volta (fra 1742 e 1748), in Lombardia e nel Mantovano, ove le forze imperiali scesero in campo per negare agli Spagnoli la conquista di queste terre. Parrebbe derivare pedissequamente dal disegno di Bodenher e Kilian o averlo direttamente influenzato, la carta francese, anch’essa non datata e di autore non identificato di cui, ad oggi, è stato rintracciato un esemplare in collezione privata. Essa differisce, oltre che per il titolo (Plan de la Ville de Sabioneda entre le Duché de Mantue de Parme et de Cremone en Italie), anche per le iscrizioni. Per il resto è sostanzialmente identica al disegno del bavarese, con una minor definizione grafica del territorio circostante. Il titolo può forse offrire qualche indicazione per la datazione, da collocare certamente entro il 1745, allorquando Mantova venne aggregata al Milanese mediante quell’unificazione amministrativa che sancì, de facto, la fine del ducato. Dopo di allora e la morte di Giuseppe Maria Gonzaga (15 agosto 1746), ultimo duca di Guastalla, nell’ambito della guerra di Successione Austriaca, gli imperiali prendevano possesso anche di Guastalla e, poiché il defunto era anche duca di Sabbioneta e principe di Bozzolo, il 4 settembre 1746 le popolazioni di quei territori, insieme a quelle di Guastalla, Luzzara e Reggiolo, prestavano solenne giuramento di fedeltà a Maria Teresa.

L'immagine a stampa di Sabbioneta nel contesto geopolitico della Lombardia Spagnola ed Austriaca

C. Togliani
2017-01-01

Abstract

L’immagine di Sabbioneta è stata affidata, nel corso dei secoli, ad un numero estremamente ridotto di incisioni a stampa, tutte peraltro curiosamente eseguite in un breve intorno d’anni, tra la fine del XVII secolo e la prima metà del successivo. Nei cent’anni o poco più che le hanno precedute (cioè a partire dalla fondazione della città murata), la morte prematura del duca Vespasiano, il conseguente rapido declino politico, economico e sociale del ducato, unitamente alle contese per il possesso di quanto ne sopravviveva non hanno certo favorito la produzione e la divulgazione di planimetrie o vedute se si fa eccezione per la veduta a volo di uccello disegnata dall’ingegnere Smeraldo Smeraldi nel 1605 (oggi conservata nell’Archivio di Stato di Parma) e per la planimetria attribuita al ticinese Gaspare Beretta, «ingeniero mayor» dello stato di Milano (alla Biblioteca Ambrosiana di Milano). Il saggio ripercorre, contestualizzandone le redazioni anche alla luce delle biografie degli autori, una sequenza di carte, tutte concepite o stampate in occasione delle guerre o delle spedizioni militari che resero estremamente turbolento il contesto geopolitico dell’Italia Settentrionale fra XVII e XVIII secolo. La prima carta a stampa di Sabbioneta, di cui si ha notizia, è stata eseguita da D. Joseph (José) Chafrion, pubblicata in Milano nel 1687. Si tratta di un’incisione su rame di piccolo formato, contenuta nell’opera "Plantas de las fortificaciones de las ciudades, plazed, y castillos de estado de Milan ofrecelas a la Majestad del Catholico Rey de las Espaňas D. Carlos II N.S. La pluma y buril, de D. Joseph Chafrion, capitan de Infanteria Espaňola del Tercio de Lombardia y Ingeniero del Exercito", probabilmente frutto, più che di una campagna di rilievo, del riuso di disegni compilati, per conto del governo spagnolo, da altri tecnici. Essa costituisce una preziosa informazione circa l’interesse che il governo della Lombardia spagnola nutriva, dopo la morte di Vespasiano, per la piazzaforte lungamente concupita e politicamente contesa fra gli eredi del fondatore e quelli di Ferrante di Guastalla. La pianta di Sabbioneta conobbe fortuna e derivazioni, più o meno fedeli nel disegno e nell’impostazione verticale, con Coronelli, Fritschen, Sesti e l’ancora anonimo autore del "Plan de la Ville de Sabioneta assiegée par les Troupes Alliées … Janvier 1734". Si stacca nettamente dalla meglio definita rappresentazione di Chafrion la Sabioneda disegnata da Vincenzo Coronelli (1650-1718), contenuta all’interno dell’atlante "Città e Fortezze dello Stato di Milano e Confinanti … dedicate all’Ill.mo et Ecc.mo Sig. D. Girolamo Talenti … Gentilhuomo della Camera di S.M. Cesarea, del Consiglio della Maestà Cattolica e Suo Inviato alla Serenissima Repubblica di Venetia". L’opera fu edita una sola volta, in proprio, nel 1693, a Venezia, dove il geografo nacque, visse e morì. La carta, di piccolo formato, è però di modesto livello esecutivo e ripropone una planimetria assai semplificata della città, anche se con orientamento opposto a Chafrion (il nord è idealmente all’angolo superiore destro), senza il tracciato di strade e isolati e col solo profilo del recinto fortificato e della fossa perimetrale. In realtà, nella definizione delle difese esterne, la carta, pur nella sua essenzialità, risulta per certi aspetti simile al disegno dell’Ambrosiana attribuito a Beretta. La pur modesta planimetria di Coronelli ispira pedissequamente la non comune, piccola pianta topografica di Sabbioneta, pubblicata nell’opera "Schauplatz des Krieges In Italien, Oder Accurate Beschreibung der Lombardey", edita a Lipsia nel 1702 da Thomas Fritschen. Il volume, di una certa rarità, riporta le piante di diverse piazzeforti italiane (lombarde e piemontesi), compresa Mantova e la stessa Sabbioneta, quest’ultima senza sostanziali variazioni rispetto al modello originario. Il volume è stato pubblicato in un anno significativo, il 1702, che vide gli eserciti Imperiale e Gallo-Ispano fra loro contrapposti (il primo condotto da Eugenio di Savoia) e l’Italia Settentrionale nuovamente trasformata in campo di battaglia. La "Sabioneta", pubblicata nel 1707 dall’ingegnere militare Giovan Battista Sesti, con il nord all’angolo inferiore sinistro, la titolazione nella cornice alta a cartoccio, la geometria semplificata del perimetro murato e dei soli tracciati stradali esterni, è una chiara derivazione dal modello di Chafrion, seppur semplificata in alcuni dettagli e privata dell'ornamentale scena di genere, qui ridotta alle sole «Scale di Braccia Milanesi» che campiscono nello spazio lasciato vuoto dal ‘pitocco’ del prototipo spagnolo. Mancano, sempre in analogia a Chafrion, le opere che articolano il fossato e le difese esterne, raffigurate invece da Coronelli e Fritschen. La planimetria, le cui dimensioni sono sempre assai limitate, è contenuta nell’atlante "Piante delle città, piazze e castelli fortificati in questo Stato di Milano con le loro dichiarazioni. Date alle stampe dal tenente generale, et ingegnere militare Don Giovanni Battista Sesti, dedicate all’Altezza Serenissima del Signor Prencipe Eugenio di Savoia, e Piemonte …", pubblicato a Milano dall’incisore ed editore Agnelli. La dedica e l’anno di edizione, il 1707, non sono appunto casuali: l’audace stratega, vincendo la battaglia di Torino nel 1706 contro gli assedianti francesi e conquistando il Milanese, era diventato governatore dell’ex provincia spagnola. A differenza di Coronelli, l’atlante di Sesti, compilato per essere un’aggiornata raccolta dei presidi fortificati ricaduti sotto il governo imperiale, ebbe tanto successo da necessitare diverse ristampe nel 1708, 1711, 1718, 1733 e 1734, sempre presso Federico Agnelli e gli eredi Giuseppe e Francesco. Le ultime due edizioni dell’opera di Sesti videro la luce nel 1733 e nel 1734; la prima in forma quasi raffazzonata, la seconda, invece, in termini completamente rinnovati. Anche in questo caso gli anni di edizione non sono casuali, coincidendo con la cosiddetta Guerra di Successione Polacca (1733-35), scoppiata per questioni geopolitiche strettamente legate all’Europa nord-orientale, ma di fatto combattuta in Italia Settentrionale. Il 28 ottobre 1733, il re di Sardegna, alleato di Francia e Spagna e col miraggio di annettere la Lombardia, muoveva guerra agli Asburgo, occupando in breve tempo Vigevano, Pavia, Milano e, presa Pizzighettone, giungeva alla fine dell’anno nel Mantovano dove si ricongiunse con francesi e spagnoli. Non deve quindi stupire se, con l’arrivo sulla scena italiana delle truppe di Luigi XV, l’incisore, calcografo ed editore bolognese Marc’Antonio dal Re (1697-1766) diede alle stampe, in lingua francese, a Milano e nel 1734, il foglio "Attaques faites par les troupes des alliez l'an 1734. [Plans des villes et forts de Mantoue, Milan, Tortone, Fuentes, Serravalle, Sabioneta, Cremone, Novare, Gera]". Nel riquadro con lo "Chateau de Sabioneta assiegé le Janvier 1734 par les Troupes Allièes …" l’invenzione di due batterie di artiglieria sparanti contro il baluardo di San Nicolò è comune all’anonimo (ma quasi omonimo) "Plan de la Ville de Sabioneta assiegée par les Troupes Alliées" derivato da Chafrion, e simile, ma non identico, all’ultima versione della carta di Sesti del 1734, dove i tiri, come detto, sono invece concentrati sul baluardo di San Giorgio. Una delle ultime raffigurazioni di Sabbioneta è certamente quella eseguita dal cartografo, incisore ed editore Gabriel Bodenehr der Ältere (Augsburg, 1664-1758), autore di ricchi repertori o atlanti illustrati, tutti stampati nella città bavarese nella quale visse, operò e morì. La planimetria di Sabioneta (il titolo è riportato al centro del campo neutro cittadino, privo cioè della maglia di strade e isolati), pur essendo stata stampata ad Augusta, non fa però parte di nessuna di queste compendiose opere. Di piccolo formato, oltre all’indicazione del castello («Das Schloss»), essa dispone di un’inedita (sino ad allora) lunga didascalia in tedesco lungo il margine destro, che la avvicina per impostazione, soprattutto alle vedute contenute nel Force d’Europe (1725-26). Vista la rarità, è plausibile che la carta, non abbia avuto larga diffusione, eppure essa si stacca nettamente dall’iconografia prodotta nella Lombardia Spagnola (ossia dal modello di Chafrion) per accostarsi maggiormente a quello di Coronelli e Fritschen, migliorandolo la resa tridimensionale delle difese esterne, evidenziate mediante l’ombreggiatura e l’indicazione degli angoli di scarpata. Del tutto simile è la rara Sabioneta (115x185 mm) stampata, sempre nella tedesca città di Augusta, dal meno noto Georg Christian Kilian. Munita anch’essa di identica didascalia descrittiva è da considerarsi, come la carta di Bodenehr, successiva al 1708, ma di datazione incerta, oscillante fra il 1720 (anno in cui Mantova, piazzaforte con fama di invulnerabilità, era passata da pochi anni alla Lombardia austriaca) e il 1740 (o ad un ristretto intorno di anni), coincidendo, non casualmente (come è stato rilevato anche per i precedenti esemplari), con eventi bellici di qualche rilievo. Nella fattispecie con la cosiddetta guerra di Successione Austriaca, innescata dalla morte dell’imperatore Carlo VI (20 ottobre 1740) e combattuta, ancora una volta (fra 1742 e 1748), in Lombardia e nel Mantovano, ove le forze imperiali scesero in campo per negare agli Spagnoli la conquista di queste terre. Parrebbe derivare pedissequamente dal disegno di Bodenher e Kilian o averlo direttamente influenzato, la carta francese, anch’essa non datata e di autore non identificato di cui, ad oggi, è stato rintracciato un esemplare in collezione privata. Essa differisce, oltre che per il titolo (Plan de la Ville de Sabioneda entre le Duché de Mantue de Parme et de Cremone en Italie), anche per le iscrizioni. Per il resto è sostanzialmente identica al disegno del bavarese, con una minor definizione grafica del territorio circostante. Il titolo può forse offrire qualche indicazione per la datazione, da collocare certamente entro il 1745, allorquando Mantova venne aggregata al Milanese mediante quell’unificazione amministrativa che sancì, de facto, la fine del ducato. Dopo di allora e la morte di Giuseppe Maria Gonzaga (15 agosto 1746), ultimo duca di Guastalla, nell’ambito della guerra di Successione Austriaca, gli imperiali prendevano possesso anche di Guastalla e, poiché il defunto era anche duca di Sabbioneta e principe di Bozzolo, il 4 settembre 1746 le popolazioni di quei territori, insieme a quelle di Guastalla, Luzzara e Reggiolo, prestavano solenne giuramento di fedeltà a Maria Teresa.
2017
Costruire, abitare, pensare. Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga
9788899459741
Sabbioneta
Cartografia storica
Vincenzo Coronelli, geografo e cartografo
Giovan Battista Sesti, ingegnere militare e cartografo
Federico Agnelli, stampatore
Francesco Agnelli, stampatore
Giuseppe Agnelli, stampatore
Smeraldo Smeraldi, ingegnere e cartografo
Gaspare Beretta, ingegnere e cartografo
Bernardino Tensini, ingegnere militare
Francesco Prestino, ingegnere militare
Giovanni de Liponti, Sergente Generale
Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta
Anna Carafa della Stadera, principessa di Stigliano
Luigi Carafa della Stadera, principe di Stigliano
Marc'Antonio dal Re, incisore e stampatore
Guastalla (RE)
Casale Monferrato (AL)
Baluardo di San Nicolò, Sabbioneta
Baluardo di San Giorgio, Sabbioneta
Venezia
Milano
Baluardo di San Giovanni, Sabbioneta
Baluardo di Santa Maria, Sabbioneta
Baluardo di San Francesco, Sabbioneta
Castello, Sabbioneta
Gazzuolo (Mn)
Mezzaluna di Santa Teresa, Sabbioneta
Mezzaluna della Porta Principale, Sabbioneta
Eugenio di Savoia, principe di Piemonte
Ferdinando Carlo Gonzaga, duca di Mantova
Pizzighettone (Cr)
Novara
Cremona
Serravalle (Al)
Tortona (Al)
Giuseppe Maria Gonzaga, duca di Guastalla
Luzzara (Re)
Reggiolo (Re)
Maria Teresa d'Austria, imperatrice
Thomas Fritschen, geografo e cartografo
Gabriel Bodenehr, cartografo, incisore ed editore
Leipzig (Lipsia, Germania)
Georg Christian Kilian, cartografo, incisore e stampatore
Augsburg (Augusta, Germania)
José Chafrion , ingegnere militare e cartografo
Nicola Maria de Guzman Carafa, duca di Sabbioneta
Felipe Nunez de Guzman, Vicere di Napoli
Don Antonio Lopez de Ayala, Velasco e la Cardenas, conte di Fuensalida e governatore di Milano
José de Saragoza, filosofo
Juan Caramuel y Lobkowitz, filosofo e matematico
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