Alla fine della seconda guerra mondiale Milano, semidistrutta dai bombardamenti e mutilata dagli sventramenti di regime, è più che mai bisognosa di un nuovo piano regolatore al quale affidare il ruolo di guida e di simbolo stesso di una ricostruzione non solo fisica ma anche sociale e morale. Il concorso di idee per un nuovo PRG indetto alla fine del 1945 e il convegno che discute le proposte pervenute vedono la partecipazione dei migliori architetti e ingegneri della città. Quasi tutti sono chiamati subito dopo a far parte delle commissioni progettuali e consultive per il nuovo piano coordinate dall’assessore all’urbanistica Mario Venanzi. Fra loro vi sono Albini, Annoni, Belgiojoso, Bottoni, Diotallevi, Dodi, Figini, Gardella, Mattioni, Minoletti, Peressutti, Pollini, Rogers, Secchi e più in generale, con poche defezioni, i più qualificati esponenti della cultura tecnica milanese del momento. Nell’autunno del 1946 esaminano capillarmente ogni edificio della città, strada per strada, e registrano i dati su tremila schede, una per ogni isolato urbano, ognuna con una mappa: una descrizione imponente e dettagliata di un grande corpo ferito, sul quale proiettano la loro idea di sviluppo e di modernità, il ‘piano Venanzi’, adottato nel 1948 ma entrato in vigore solo nel 1953. Al ‘Censimento urbanistico 1946’, le cui schede sono state da poco ritrovate, e al piano scaturito da quell’esperienza conoscitiva è dedicato questo volume, che ne ripercorre le vicende, insieme a quelle del piano di ricostruzione e degli altri strumenti ed espedienti messi a punto per tentare di disciplinare l’attività edilizia nelle more dell’approvazione definitiva del PRG. Della Milano del 1946, destinata ad essere sfigurata di lì a poco da una ricostruzione arrembante e spregiudicata, il libro restituisce forma e fisionomia, fissandole in 121 tavole, un atlante inedito, risultato della collazione delle mappe allegate alle schede del Censimento, corredato degli elenchi di tutti gli edifici andati distrutti o sinistrati durante il conflitto. E, soprattutto, l’operato dei protagonisti di quella stagione viene analizzato e riletto indagando la loro identità culturale, le loro motivazioni e aspirazioni, le diverse angolazioni degli sguardi posati sulla città lacerata, e proponendo infine nuove riflessioni sulle responsabilità della mancata tutela di Milano negli anni della ricostruzione, ed in particolare sui motivi per cui quell’immane lavoro collettivo, compiuto in un momento cruciale della nostra storia, non ha saputo riconoscere e ascoltare pienamente le istanze del passato, difenderle, e mantenerle in equilibrio con quelle del futuro.

Milano 1946. Alle origini della ricostruzione. La città bombardata, il Censimento urbanistico, gli studi per il nuovo piano, le questioni di tutela.

PERTOT, GIANFRANCO;RAMELLA, ROBERTA
2016-01-01

Abstract

Alla fine della seconda guerra mondiale Milano, semidistrutta dai bombardamenti e mutilata dagli sventramenti di regime, è più che mai bisognosa di un nuovo piano regolatore al quale affidare il ruolo di guida e di simbolo stesso di una ricostruzione non solo fisica ma anche sociale e morale. Il concorso di idee per un nuovo PRG indetto alla fine del 1945 e il convegno che discute le proposte pervenute vedono la partecipazione dei migliori architetti e ingegneri della città. Quasi tutti sono chiamati subito dopo a far parte delle commissioni progettuali e consultive per il nuovo piano coordinate dall’assessore all’urbanistica Mario Venanzi. Fra loro vi sono Albini, Annoni, Belgiojoso, Bottoni, Diotallevi, Dodi, Figini, Gardella, Mattioni, Minoletti, Peressutti, Pollini, Rogers, Secchi e più in generale, con poche defezioni, i più qualificati esponenti della cultura tecnica milanese del momento. Nell’autunno del 1946 esaminano capillarmente ogni edificio della città, strada per strada, e registrano i dati su tremila schede, una per ogni isolato urbano, ognuna con una mappa: una descrizione imponente e dettagliata di un grande corpo ferito, sul quale proiettano la loro idea di sviluppo e di modernità, il ‘piano Venanzi’, adottato nel 1948 ma entrato in vigore solo nel 1953. Al ‘Censimento urbanistico 1946’, le cui schede sono state da poco ritrovate, e al piano scaturito da quell’esperienza conoscitiva è dedicato questo volume, che ne ripercorre le vicende, insieme a quelle del piano di ricostruzione e degli altri strumenti ed espedienti messi a punto per tentare di disciplinare l’attività edilizia nelle more dell’approvazione definitiva del PRG. Della Milano del 1946, destinata ad essere sfigurata di lì a poco da una ricostruzione arrembante e spregiudicata, il libro restituisce forma e fisionomia, fissandole in 121 tavole, un atlante inedito, risultato della collazione delle mappe allegate alle schede del Censimento, corredato degli elenchi di tutti gli edifici andati distrutti o sinistrati durante il conflitto. E, soprattutto, l’operato dei protagonisti di quella stagione viene analizzato e riletto indagando la loro identità culturale, le loro motivazioni e aspirazioni, le diverse angolazioni degli sguardi posati sulla città lacerata, e proponendo infine nuove riflessioni sulle responsabilità della mancata tutela di Milano negli anni della ricostruzione, ed in particolare sui motivi per cui quell’immane lavoro collettivo, compiuto in un momento cruciale della nostra storia, non ha saputo riconoscere e ascoltare pienamente le istanze del passato, difenderle, e mantenerle in equilibrio con quelle del futuro.
2016
Silvana Editoriale
9788836633043
Danni di guerra, Censimento urbanistico 1946, Restauro, Conservazione, Tutela, Milano, Ricostruzione, Rito ambrosiano, Piano regolatore, Piano Venanzi, PRG 1953
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